Gio 22 Gennaio 2015

Spettacolo di musiche e letture SUD con Sergio Rubini & c.

Cari soci, l'attesa è finita...è aperta la prevendita per quella che sarà la "prima chicca" del 2015...il noto attoro e regista Sergio Rubini accompagnato dal maestro Michele Fazio al piano, Marco Loddo al contrabbasso ed Emanuele Smimmo alla batteria...ci regaleranno una serata favolosa il 22 Gennaio 2015 h 21:15 c/o il prestigioso Teatro Forma di Bari.

Costo: 25€ soci e 28€ non soci - rigorosamente su prevendita che potrete acquistare in sede ECHO o durante gli eventi a cui parteciperete) - e da prenotare ai soliti abituali nr di telefono: Donato Sasso 3392438891 – Mimmo Scagliola 3332229932 - Giuditta Magno 3492554647 - Francesco Albanese 3420738546.

Alcuni cenni:

 

Rubini porterà in scena "Sud", uno spettacolo fatto di musica e poesia che renderanno vivo e attuale ogni verso.

Sud. Per avere un’idea di questo spettacolo bisogna immaginare per un attimo di non essere seduti tra le file di una platea a teatro, ma nello scompartimento di un treno. Un treno un po’ spericolato perché a guidarlo è un attore ma anche un regista: un tizio magrino, il profilo puntuto, Sergio Rubini.
 
«Già altre volte in passato - anticipano i protagonisti di Sud - ma solo sul grande schermo, vi ha fatto racconti di treni, binari, piccole stazioni di posti sperduti. Il capotreno ci dice che il motivo del viaggio a cui stiamo partecipando è il Sud ma nemmeno lui sa dove arriveremo, al Sud, è probabile ma potrebbe anche andare diversamente. La destinazione insomma è incerta. E incerto è l’andamento del treno.
 
Fin da subito avrete la sensazione di aver percorso grandissimi tratti nell’arco di pochi minuti. Perché per esempio dalla lettura di un passo dei Persiani di Eschilo, incipit dello spettacolo, Rubini passerà al racconto di Matteo Salvatore un cantastorie vissuto nel buio periodo del dopoguerra che ha fatto della sua miseria da pane nero la forza della sua poetica.
 
Eppure dentro questo Sud abbandonato e senza luce, fiorisce la grande letteratura che proprio a Napoli ha avuto il massimo dell’espressione nell’opera di Eduardo che ha fatto di personaggi schiacciati dal fatalismo e dalla rassegnazione, dei veri giganti, non certo capaci di modificare la propria condizione, ma dei ragionatori, con il coraggio di guardarsi dentro.
 
E a proposito di piccoli “eroi” del Sud, Rubini passerà al racconto di un altro capostazione, suo padre che in un paesino agricolo del profondo Sud negli Anni Sessanta coltivava come altri suoi compaesani, la passione per il teatro, per la recitazione, per la poesia. Come i versi in vernacolo di Giacomo D’angelo che nel suo negozio di giocattoli scriveva poesie».
 
Sergio Rubini. Nato a Grumo Appula, in provincia di Bari, il 21 dicembre 1959, già a sedici anni si impegna a mettere in scena testi teatrali e, non ancora ventenne, si trasferisce a Roma per frequentare l'Accademia Nazionale d'Arte Drammatica.
 
«Complimenti, signor Rubini, lei, all'opposto della maggioranza degli attori, assomiglia alle sue fotografie». Con questa osservazione, un pomeriggio del 1985 dentro il celebre teatro 5 di Cinecitta, Federico
Fellini accolse Rubini, un simpatico aspirante attore cinematografico, da lui successivamente prescelto per interpretare se stesso da giovane in L'Intervista (1987).
 
Nella sua carriera collabora con Giovanni Veronesi (Manuale d'amore e Manuale d'amore 2 - Capitoli successivi), Alessandro D'Alatri (Commediasexi, 2006) e con l'amico Fabrizio Bentivoglio (Lascia perdere Johnny, 2007).
Seguono poi No Problem di Vincenzo Salemme, Cosmonauta, fortunato esordio alla regia di Susanna Nicchiarelli (che lo rivuole nel sulccessivo La scoperta dell'alba), L'uomo nero, di cui firma anche la regia, Tutto l'amore del mondo di Riccardo Grandi e, nel 2010, Qualunquemente di Giulio Manfredonia.
 
Nel 2013 torna al cinema con un nuovo film da regista e attore, Mi rifaccio vivo, in cui dirige Neri Marcoré, Lillo e Margherita Buy (sua ex moglie).
Gradevolissimo, capace di scatenare ilarità grazie alle sue abilità espressive, Sergio Rubini riesce a fulminare lo spettatore - anche con un ruolo breve - con i suoi personaggi, divertendo.